Mente o Cuore? #77

   Mi è capitato di leggere che “Per quanto riguarda l’amore è sempre meglio affidarsi al cuore, ma ragionando bene su cosa si va a fare, non buttandosi a caso in qualunque cosa…”. Non c’è dubbio che si tratta di una palese contraddizione, non c’è dubbio che con il pensiero, con la mente e quindi con il ragionamento, si valuta se è il caso oppure no di seguire le indicazioni del cuore, in altre parole si vagliano le proposte del cuore e con la logica si deduce se è il caso o meno di lasciarsi andare. Inutile dire che è un evidente caso d’imbroglio mentale, un nuovo raccontarci delle frottole, un inutile condire con lo zucchero una buccia di limone (sappiamo bene che alle volte la realtà è aspra, ma è la vita!).
  

   In realtà, con questo agire, non facciamo altro che negarci ogni occasione di progresso che il cuore ci suggerisce. In questo modo non si fa altro che scegliere sempre le soluzioni che non ci coinvolgono interamente e profondamente; così facendo evitiamo con cura di farci appassionare, evitiamo abilmente di “lasciarci andare”, come si dice.
   Affermando che dobbiamo sempre “ragionare” e “valutare con intelligenza” prima di affrontare situazioni sentimentali (ad esempio), o situazioni delicate e coinvolgenti (le amicizie o le conoscenze più intime), non facciamo alto che una sola cosa: fuggiamo dal cuore e ci nascondiamo nel pensiero.
   Affermare che la logica e il ragionamento ci salvano spesso da drammi e dolori profondi non significa altro che fuggire dalla vita. Riteniamo insomma che la vita contenga, oltre che piaceri e gioie, anche grandi sofferenze; dunque cosa facciamo? Scegliamo cosa prendere e cosa lasciare: scegliamo la gioia e i piaceri e scartiamo con cura le sofferenze prima che queste arrivino. Come? Evitando le situazioni che ipotizziamo possano contenere possibili futuri dolori. Abbiamo in questo modo ottenuto una vita migliore? Una vita di soddisfazione e gioia perenne? Abbiamo scoperto un metodo per non avere più sofferenza e dolore nella nostra vita? Abbiamo scoperto come eliminare la sofferenza che il genere umano vive da tutta la sua storia esistenziale? Allora, voi che affermate veritiera tale teoria, come mai non insegnate a tutti noi e a tutto il mondo questo metodo? Perché lo tenete tutto per voi?


   Ve lo dico io: perché non è affatto vero che non soffrite più! Voi piangete nel buio e in-fretta-in-fretta vi asciugate quella mezza lacrima che nascondete anche a voi stessi. Voi avete fatto il cuore di pietra per non soffrire, ma portare un cuore di pietra in mezzo al petto, in vero, vi appesantisce molto. Questo vi causa un dolore interiore che mal celate e mal sopportate, si vede di lontano, vi si riconosce subito, vi si allontana, vi si guarda con distacco, non vi si stima, non vi si confida nulla di personale; a voi nessuno confida i propri sentimenti, la propria interiorità più delicata, con voi non si sta in buona compagnia se non si è come voi; voi sapete circondarvi solamente di altri che hanno solo sassi nel petto. Il vostro mondo è freddo, inerte, anaffettivo, duro e cinico, spietato e arido.
   Voi dal cuore “impietrito” nascondete di guardare con invidia chi sa ancora gioire con facilità senza pensieri. Ecco perché spesso non amate i bambini molto piccoli; perché siete certi che un giorno non saranno più così spensierati. Ecco perché spesso non amate gli animali, soprattutto quelli domestici, magari cuccioli, magari gatti: perché loro vi ricordano in continuazione che avete un cuore che ama, perché con la loro presenza e la loro vicinanza vi mettono continuamente davanti il pietrone che vi ostinate a portare nel petto e ogni volta che li guardate dovete voltarvi altrove per non soffrire di voi stessi e del vostro atteggiamento di totale chiusura, di sterilità sentimentale. Voi vivete dietro le sbarre in verità, voi vi ostinate a rimanere in una prigione che ha la porta aperta … e poi dite che dovete vagliare col ragionamento le occasioni del cuore per non soffrire!
   Ma come fate a prendervi in giro da soli in questo modo? Io lo so come fate: vi girate dall’altra parte ogni volta. Voi “ragionatori” non mi capite nemmeno, siete così presi dal giudicare ogni cosa che anche mentre leggete queste righe pensate a come non riconoscervi in ciò e a come nascondervi ancora al vostro cuore. E’ però proprio per questo motivo che io non mi sto rivolgendo a voi.


   Con queste parole io mi rivolgo a chi ha già scoperto cosa significhi affidarsi al cuore, a chi ha già scoperto che la vita viene a noi con il suo bagaglio d’insegnamenti proprio per il nostro progresso. Insegnamenti fatti alle volte di gioie e altre volte di dolori, di dolcezze e di amarezze. Tutto fatto sempre nella misura in cui noi possiamo comprenderli, per evolverci, per iniziare ad avere più fiducia nella spontaneità, in ciò che ci coinvolge, che ci bagna le mani e i vestiti e i capelli, che ci spinge a nuotare anche controcorrente, che ci fa fare alle volte fatica. Mi rivolgo a chi ha imparato che tutti sappiamo nuotare e che ne siamo capaci per il solo fatto di essere venuti al mondo, noi ne siamo capaci per natura, nessuno può mai affogare se non lo desidera personalmente. Con queste parole mi sto rivolgendo solamente a chi ha intuito questo ma a tratti prova timore e si lascia ingannare, da qualcuno, da se stesso, dai pensieri alle volte assillanti, dai ricordi pesanti, dalle parole di qualche imbonitore affascinante o semplicemente sta titubando, timoroso, sulla spiaggia, sul bagnasciuga della vita, a chiedersi se l’acqua non sia toppo fredda (o troppo calda, o troppo tiepida…). Stavolta, Volatori Della Coscienza, non vi auguro un buon volo ma una buona nuotata. Buom Mare. Sia pace a voi.

1/feb/2020         Claudio Panicali

 

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