Tutto Quello Che Serve #36

  Già, ma cosa serve, davvero, in questa vita? Decisamente, ognuno sa dire la sua, sulle prime, ma quelli che si fermano un attimo a riflettere, sicuramente, sono quasi tutti in difficoltà. Il fatto è che siamo abituati a sentirci dire, dall’esterno, di cosa abbiamo bisogno! Così, spesso e volentieri, i nostri bisogni coincidono con quelli della maggioranza e somigliano, sempre più, a bisogni esteriori, a beni di consumo, a cose materiali. I più romantici, opteranno per alcuni sentimenti, ma solo per sentirsi diversi, nostalgici sessantottini e new-age.

   Rispondiamo senza renderci conto, che non sono “nostri” quei desideri, ma ce li hanno fatti avere. La nostra superficialità non è davvero “nostra”, ci è stata propinata giorno dopo giorno, coltivandola in noi. Un lavoro instancabile e continuo, come un logorio quotidiano della nostra coscienza. Non è facile venirne a capo. Facile è cadere nel “complottismo”, che oggi va tanto di moda. Ma se siamo abbastanza seri e motivati, ci accorgiamo che, con questo modo di pensare, non facciamo altro che sfuggire dalla responsabilità verso noi stessi.

   E’ facile, dare la colpa alla società, ai media, lo facciamo dai tempi della scuola. Questo, però, non ci porta nulla di positivo, anzi, ci impantana in una palude di rimbalzi sterili fra “grandi responsabili”. Per il nostro benessere, per noi stessi, per la nostra salute interiore, abbiamo un solo bisogno e dobbiamo vederlo. E’ quello che dobbiamo fare per rispetto a noi stessi. Noi non siamo una merce di scambio, non siamo prodotti o beni di consumo e consumatori di beni, l’uomo non è una batteria da spremere fino a che non ha più energia.

   Purtroppo, chi ci vuole così scarichi, deboli e poco reattivi, non è molto lontano da noi, è sempre presente ad ogni nostro capriccio, ad ogni nostra distrazione, è sempre pronto ad intervenire non appena abbiamo una smorfia di infelicità sul volto. E’ costantemente così vicino. Come mai? Come fa ad avere continuamente la risposta giusta? Come riesce a “consolarci” così bene, quando siamo soli, tristi o malinconici? Chi ci vuole sempre “contenti”, non felici, ma contenti, ci conosce molto bene e molto da vicino. Riesce anche a spiegarci nel miglior modo, dati alla mano, che cosa dobbiamo temere maggiormente, riesce ad informarci minuziosamente su quali sono i pericoli maggiori, quelli che ci impediscono di essere soddisfatti della nostra vita. Due sole domande, infine, a questo punto: “Chi è questo infaticabile, fedelissimo consigliere?”. Soprattutto: “Perché lo fa?”.

20/11/2018                   Claudio Panicali

     

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