I documentari che vedo mi disorientano! E’ vero che siamo un puntino minuscolo? Quanto c’è di vero nei documentari scientifici?
Bisogna ammettere che i reportage scientifici sulle missioni spaziali che vediamo in tv o leggiamo nei blog o nelle riviste dell’edicola, sono molto affascinanti. Ma cos’è che mi disorienta un po’ quando sento dire che la stella più vicina è “a soli 4'365 anni luce” (tralasciamo il nome per decenza…)? Precisiamo che non tutti sanno cos’è un anno luce; ebbene la luce ha una velocità così alta che immaginarla è quasi impossibile; possiamo avvicinarsi a comprenderla dicendo che è di circa 300’000 Km al secondo, quindi in un secondo fa sette volte e mezza il giro del mondo (40'000 Km).Ora immaginate (io faccio fatica) quanti chilometri può fare la luce in un anno intero se in un secondo gira sette volte intorno al mondo! Bene, anzi male, perché dovete ancora moltiplicare quel valore, “assurdamente grande”, per 4'365 che è la distanza del sole più vicino, oltre a quello nostro insomma. La cosa che trovo scandalosa in tutto ciò è la disinvoltura con la quale i divulgatori scientifici scorrono questi valori: ho sentito affermare testuale che “il sistema solare più vicino al nostro è a soli 4'365 anni luce”, per l’appunto, come dicevamo qui sopra. Poi se guardiamo ancora, è il punto più vicino, ma non siamo nemmeno usciti dalla galassia, né dagli “ammassi di galassie” e nemmeno da ulteriori formazioni più grandi.
Ho percepito spesso un malessere, un giramento di testa in presenza di questi numeri, specialmente da ragazzo. Ricordo di aver avuto incubi tremendi con sensazioni che non dimentico a distanza di quarant’anni.
Il punto è: mi sento davvero così piccolo difronte a una tale smisurata e inconcepibile immensità? Lo stesso mondo su cui viviamo, così vasto, diventa un corpuscolo microscopico difronte a tutto il resto dell’universo. Io a questo punto ho provato senso di vomito, solitudine cosmica, terrore, paura, ansia incontenibile, pianto e un dolore esistenziale profondissimo, molto vicino a perdere il senso e la direzione della mia stessa vita: io da solo difronte a una tale presenza così vasta da essere inafferrabile. Poi, venendo ai nostri giorni, sento dire con un disinvolto compiaciuto sorriso “Soli 4'365 anni luce”. Io vorrei tanto, a questo punto, dire a quel giornalista: “Bene caro, ora tu ti fai un viaggetto nella mia macchina del tempo che ti durerà appena un secondo, mentre sulla terra saranno passati “solo” 4'365 anni; al tuo ritorno mi dici com’è lì dove hai detto prima”.
Dovremmo anche chiederci “perché” vengono diffuse notizie come queste su canali stampa aperti a tutti? Questi dettagli informativi sono da sempre interesse di chi dedica la propria esistenza alla ricerca scientifica, non certo sono di interesse della signora Maria che sta sbucciando i carciofi e che nel frattempo prova a capire di cosa si parla, non sono nemmeno interesse del signor Mario meccanico d’automobili con un orecchio alla radio mentre cambia una gomma; ma nemmeno sono di interesse a quelle persone che a sera si siedono in meditazione cercando l’armonia con il cosmo, con la loro origine. Dunque perché molti devono sentirsi a disagio, inorriditi, impauriti, piccoli come granelli, minuscoli insignificanti esserini davanti ad un mostruoso inconcepibile essere oscuro che sembra divorargli il senso della vita e l’intera esistenza in un ineffabile istante?
La verità è che la mente, l’ego, il pensiero logico sono il vero mostro oscuro che divora il senso della vita e l’esistenza intera di un essere! Tralasciamo qui le ragioni per le quali simili notizie passano su canali popolari aperti al grande pubblico e guardiamo invece alla nostra vita, alla nostra ricerca interiore e cerchiamo piuttosto di non farci distrarre da simili (passatemi qui l’apprezzamento personale) baggianate da pubblicità di automobili volanti o spot per nuovi asciugacapelli ionizzanti: la mente è davvero un mostro famelico, oscuro e insaziabile; in nostro potere non c’è certamente tentare di misurare con il pensiero le distanze del creato, c’è invece l’impegno a mantenere una rettitudine morale che ci guidi verso il progresso spirituale, sulla via dell’elevazione e dell’evoluzione del nostro essere. Non è facile rimanere attenti in un mondo che fa di tutto per distrarti e impaurirti, che ti paragona a granelli di sabbia nel deserto o a una goccia nell’oceano, che in ogni modo tenta di dissuaderti dal tuo luminoso proposito di progresso; ma tant’è che “evolversi” significa proprio questo: è “crescere”, è divenire adulti e consapevoli non grandi e succubi, è divenire evoluti e coscienti e non rimanere piccolissimi, timidi e impauriti.
Nel primo libro della collana “Della Coscienza” Intitolato “Della Coscienza, Dei Mondi e Delle Dimensioni”, al cap. Diag. 17 “Percezione degli Spazi Grandi” abbiamo ben visto come l’essere umano concepisca le immensità cosmiche e soprattutto perché se ne interessi; anche abbiamo visto perché il mio gatto, Shiro, ad un certo punto ha detto: “Ascolta il canto delle comete, ascolta il suono delle stelle che esplodono! Ogni momento del tempo partecipa del brivido dell’universo! Ogni istante del tempo vibra con l’universo intero! Anche perché, comunque tu la veda, o non la veda, l’universo ti scuote dentro comunque e, così, fa di te un granello di sabbia mosso dal vento di duna in duna nell’infinito deserto, oppure fa di te l’Intero Pulsante Vibrante Universo!”.
Alle volte mi sovviene la sensazione che provai dentro il giorno in cui scrissi che “Il Cuore in un istante vola all’ultimo angolo dell’universo e fa ritorno prima che le ciglia abbian battuto due volte”: allora sento dentro una profonda commozione, una immensa gratitudine, sconfinata e vastissima e non ho più paura di queste grandezze, perché ora mi appartengono, ora le sento mie; mentre una lacrima di gioia s’attarda negli occhi il cuore mi sussurra piano “E’ tutto tuo, ora tutto questo è tuo”.
27 feb 2021 Claudio Panicali
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