Preghiera e Speranza #09

«La Speranza è utile davvero? La preghiera ne fa parte? Sperare e Pregare vanno d’accordo per sempre?»

    Molto spesso sentiamo le persone affidarsi alla “speranza”: la speranza e la preghiera vanno spesso di pari passo. Si può dire che la speranza somiglia molto alla fede, tuttavia non ne condivide la determinazione e il coraggio, non l’azione. Quando la speranza diviene essa stessa tutta l’azione ecco non c’è più nessun risultato possibile. Lo abbiamo visto nel video in pillole intitolato “Preghiere E Richiesta/Aspettative” il #01: “Rivolgendosi all’autorità superiore, al Divino, all’Essenza, rimettiamo alla sua volontà la nostra sorte in questo mondo, in definitiva”. Ecco, se la speranza è configurata in questo modo, non porta a nessun risultato, a nessun progresso nella ricerca interiore, a nessun passo migliore nel cammino spirituale. Bisogna dire, come per la preghiera, che la speranza deve sempre essere accompagnata da un’azione ispirata a questa Via di Ricerca Interiore. Se non c’è ricerca attiva, la speranza di qualunque cosa sarà puramente vana, un grido nel buio, una lacrima sul viso fino a smarrirsi sulle labbra socchiuse: salato è il gusto della rassegnazione.

  Si può dire senza errore alcuno che sia la Preghiera e sia la Speranza sono due strumenti utili ma non unici, devono cioè essere sempre affiancati dallo strumento dell’Introspezione, della sperimentazione, dell’esperienza vera, della vita vissuta, in due parole soltanto, ricerca interiore. Tutti avete presente il detto secondo cui la speranza è l’ultima a morire; quello che non tutti hanno presente è che ciò è vero solamente se già si sono fatti tutti i tentativi possibili per riuscire. Diversamente sarà meglio sia la prima a morire, così da lasciare spazio ed energie dedicate solamente all’azione ispirata al progresso interiore.

Tenshiro (#09)

  Era oramai notte inoltrata e una buona giornata era trascorsa, anche se presumibilmente non ancora finita. Tenshiro vedeva bene che nessuna giornata finisce nel buio, come nessuna notte si smarrisce mai nell’alba, ma tutto procede in modo piuttosto armonico e continuo, come senza interruzioni. Di fatto, soddisfatto e consapevole dell’ora tarda, si mise a letto e si coprì con coperta e lenzuola, era infatti una notte d’autunno. Spense l’ultima luce nella stanza. Era molto vigile per quell’ora, insolitamente sveglio e privo di sonno. Si direbbe che i suoi sensi fossero allerta per qualcosa che nemmeno lui sapeva cosa fosse, non ancora.

   Tutto era calmo, la notte era limpida, molto presente, non si sentivano rumori eppur tuttavia Improvvisamente Tenshiro fu colto dalla presenza di qualcosa nella sua stanza. C’era qualcosa o qualcuno nel buio. Non provò paura, Tenshiro, era infatti molto sereno e puro nel cuore e nelle intenzioni. Così non accese nessuna luce, rimase lì fermo e risoluto a voler sentire cosa avessero da dire questi ospiti che erano venuti a trovarlo nell’oscurità. Un po’ di paura l’aveva, ciò che lo confortava tuttavia era sempre la sua onestà interiore e la sua ferrea fiducia, la sua fede nella natura primigenia che sapeva proteggerlo e assisterlo sempre.

   I suoi ospiti rimasero in silenzio ma presenti, ai piedi del letto, poi al centro della stanza, erano più d’uno e sembravano incuriositi dalla situazione anomala. Allora Tenshiro si rese conto, percepì che quelle entità erano lì da molto tempo, forse da prima che lui stesso arrivasse in quella casa. Allora risoluto e con rispetto prese la parola e disse loro: “So che siete qui e ci sono anch’io; rispetto la vostra esistenza, ma sembra che dovremo dividere questo spazio fra me e voi, quindi, facciamo un patto, se siete d’accordo: io non disturberò voi e voi non disturberete me".

   Tenshiro, fu molto risoluto e fermo in questa proposta, molto deciso, sia pure col rispetto dovuto e con la possibilità che non accettassero. Nessuna replica giunse, solo la percezione che avessero ascoltato la proposta. Passò qualche lunghissimo istante di maggior silenzio, poi dolcemente il buio si fece sereno, la notte tornò amica, protettiva e calma: se n’erano andati. Soddisfatto, riconoscente e grato, Tenshiro dormì sereno un bel sonno riposante.

   Non tornarono mai più quegli esseri, non in quel modo prepotente. Ora, condividevano di buon accordo lo stesso spazio, senza che l’uno disturbasse l’altro. Alle volte ancora si incontrano, anche di giorno, ma si rispettano l’un l’altro condividendo questa dimensione e le altre.


01 sett 2020                         Claudio Panicali

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