Preghiera e Devozione #02

  Volatori della coscienza bentornati in questo Cammino Spirituale di Ricerca Interiore in Pillole, ovvero, La Coscienza mistica in 4 minuti.

Oggi parleremo di“Preghiera, puntata #02"

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   Come abbiamo visto nella prima puntata di questa nuova serie, la Preghiera può essere anche un puro atto devozionale, non necessariamente una richiesta in modo specifico e aperto. Di fatto, la Preghiera Devozionale non è un vero e proprio dialogo con il Divino, in quanto non attende nessuna risposta. Non è una richiesta se non in forma estesa e diciamo, con un termine moderno, a lungo termine. Quanto meno sarebbe tale il motivo della Recitazione di Testi Sacri. Purtroppo vanno sotto il termine Preghiera anche queste pratiche che sono piuttosto delle Venerazioni del Divino. La Devozione, in ambito religioso, è molto diffusa presso tutti i popoli e in tutti i tempi. La sua base intima è l’amore verso la divinità o verso il Divino in generale. A seconda della profondità di quest’amore si può giungere anche all’Estasi Mistica (lo vedremo nella puntata 12 “Preghiera e Mistica/Visioni”). Nei casi dettati più dalle consuetudini la Preghiera Devozionale prende la forma della cerimonia detta Processione. Presso i culti protestanti la Devozione è intesa come lo studio delle scritture sacre. Nell’induismo la Preghiera Devozionale viene indicata come la via più breve per giungere alla divinità, la via dell’amore profondo. Infine anche nel buddhismo troviamo la devozione come la recitazione di Mantra (formule sacre). E’ un disporre la propria vita ai piedi della divinità che si adora per ben allinearsi alla verità che giungerà. Cosa si evince da tutto questo? I gesti di devozione, come le preghiere recitate o cantate, la recitazione dei sutra non hanno nulla di sbagliato o malevolo in se stessi, è l’uso e il modo che se ne fa a essere fuorviante ai fini della ricerca spirituale, del cammino mistico, del contatto con il Sacro. La “deviazione” va sempre ricercata nella debolezza umana, nella scarsa solerzia e nella poca perizia, nella vaga o assente attenzione alla propria vita, alla propria interiorità, soprattutto l’elemento disturbatore è la Pigrizia Esistenziale. Spessissimo la mente usa la sua grande abilità mistificatrice per appropriarsi di ciò che la metterebbe in secondo piano. Tutti i santi, le grandi menti illuminate, i grandi asceti e le guide spirituali realizzate hanno sempre mantenuto un comportamento vigile, attento, sensibile a ogni più piccolo dettaglio nelle loro vite: questo ha fatto si che tenessero un comportamento spirituale sempre creativo, mai ripetitivo, mai riflesso, sempre originale e unico, personale, ispirato, puro. Questa purezza ha fatto si che la loro ricerca fosse “viva” non la copia dei gesti di qualche altro cercatore, fosse anche di un santo.

Tenshiro (#02)

   Anche oggi era di domenica, l’aria era quella calda e ferma della piena estate, la si sentiva piacevolmente compagna anche se pochissima gente era rimasta in città, quasi tutti erano andati al mare lasciandola in un’atmosfera silenziosa e mistica, come in attesa. In attesa di cosa?
   Tenshiro ora era un adolescente introverso e riflessivo, non amava particolarmente il mare, sentiva dentro che c’era prima qualcos’altro da “ascoltare”. Quel pomeriggio s’incamminò con l’animo leggero verso quel punto del fiume, nella parte antica della città, dove lui amava sedere sui bianchi gradini di marmo di un approdo, vicino all’acqua e sentire il fiume scorrergli sulle caviglie e fra le dita dei piedi.

   Tenshiro sentiva d’aver trovato lì la sua guida spirituale che l’avrebbe condotto alla soluzione dell’enigma umano della coscienza: quel fiume lo accarezzava e gli portava nuove profonde ispirazioni. Non solo, il fiume gli lavava via di dosso e da dentro ogni pensiero pesante, ogni accumulo di stanchezza e gli donava freschezza e rinnovato vigore.
   Ora infatti veniva a lui la consapevolezza che quei gesti ripetitivi di presunta spiritualità non portavano nulla di buono per lui. Ora Tenshiro riceveva dal suo “maestro” insegnamento sul fatto che la spiritualità e il contatto con il Divino sono si favoriti dal gesto, ma solo da quello spontaneo, sempre nuovo, originale, fresco, soprattutto ispirato. In quel momento Tenshiro fece una cosa che non aveva mai fatto: giunse le mani davanti al volto e ringraziò il fiume per questa nuova consapevolezza. Poi rimase ancora mezz’oretta in silenzio, quel pomeriggio, ad ascoltare il fragore dell’acqua fresca che scorre.

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10 ago 2020                         Claudio Panicali

 

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