Molte persone sentono il bisogno
interiore di un impegno sociale, come di dover svolgere una importante missione
nella vita. Improvvisamente hanno individuato una forte motivazione ed hanno
abbracciato un ideale da seguire. Questa risoluzione è generata da una
fortissima “spinta interiore”, ma nella quasi totalità dei casi, questa scelta,
si rivela una “deviazione” dalla vera radice di quell’originaria spinta
profonda: detta in parole povere, il
mondo ti mette davanti varie situazioni e progetti e tu ne scegli uno, il più
convincente e coinvolgente per te stesso, quello che ti emoziona di più o quello
che credi meglio praticabile rispetto alle tue risorse, o ancora, alcuni non
fanno una scelta, ma semplicemente assecondano un senso di colpa, non meglio
individuato e sempre inconsapevole, che li spinge in una certa direzione
piuttosto che in un’altra, ma sempre autoflagellandosi in fatiche immani e
percorsi durissimi.
E’ un tema molto vasto che non può certamente essere
esaurito in tremila battute di un articolo, sicuramente lo ritroveremo nel
volume 2 Della Coscienza [n.d.A.]. Tutto questo, però, non ha nulla a che fare
con l’evoluzione della propria coscienza. L’Evoluzione della propria Coscienza
non passa per “le vie del mondo”, per così dire. Essa ci lascia liberi di
assecondare il nostro più intimo bisogno nel pieno rispetto delle nostre
possibilità e, tuttavia, ci chiede solo una cosa: coraggio. Abbracciare una “causa”
condivisa da molti porta molto “conforto”, anche se molti sacrifici, infatti porta
l’approvazione del clan. La condivisione con altri individui, porta il consenso
dei più forti o comunque dei molti, ci fa sentire parte di un grande progetto.
Tuttavia, questo non è un cammino di crescita. Purtroppo, non è così semplice.
Un cammino di crescita che sia efficace, come in natura, presuppone il distacco
da ciò che è vecchio, da ciò che è già stato usato. La crescita è sempre la
morte di una parte che lascia spazio a una nuova. La crescita interiore
necessita non di compagnia, ma semmai, il contrario; di qui il coraggio. “Contrario”
non presuppone necessariamente solitudine, anzi: molto spesso la compagnia, la
frequentazione di altri pensieri e lo scambio continuo di energie è molto
proficuo e fruttuoso, ma ciò che è ingannatore (propriamente detto) è la “condivisione”
del cammino di crescita.
Fondamentalmente, la crescita interiore è un movimento
oltremodo intimo, delicatissimo e fortissimo allo stesso tempo (come il bambù
battuto dal vento), è oltremodo personale, è sempre formulato in un linguaggio
unico ed originale, che attiene sempre e soltanto ad un solo individuo e che rispetta
esclusivamente le sue capacità con estrema precisione, come in natura, dove non
esiste l’eccesso ne’ il difetto, ma solamente la misura perfetta.
Questo, per
tornare al titolo dell’articolo, solamente per mettere in luce che “l’impegno
sociale” è certamente un fine nobile ed abbraccia cause altissime fatte di
ideali insostituibili e degni dell’essere “umano”, che hanno contribuito non
poco al progresso, eppur tuttavia c’è qualcosa di più profondo, di maggiormente
interiore, di più nobile, che attiene ancor più all’origine della persona umana
e alla sua profonda dignità: l’impegno all’emancipazione personale.
E’ un nuovo passaggio, un nuovo progresso, una nuova causa,
un nuovo … “impegno sociale”.
16/giu/2108 Claudio Panicali
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