La Purezza Che Conoscevo #48

  Stavo vedendo in questo momento un video-articolo molto interessante circa i social media e il rapporto che si instaura fra il lettore di un articolo e il blogger. L’accento era ovviamente posto sulla necessità di un contenuto di spessore e sulla sua alta qualità ma, soprattutto, sul poter effettivamente fornire una risposta ad una domanda reale del lettore. A questo punto mi si è accesa una lampadina circa una domanda davvero familiare e comune a molti (non a tutti); una domanda che io in prima persona mi sono posto, in adolescenza, ma che molti, per varie circostanze e giustamente, ancora in età matura si pongono: “Che cosa voglio dalla mia vita?” e soprattutto, “Come lo riconosco?”.

  Ebbene, se sarò stato in grado di rispondere a questa vostra domanda, me lo direte voi. Io posso dire che l’ultima “esemplificazione” conquistata (perché questo è lo scopo della Via) è stata: “Quando mi pongo quelle due domande (cosa e come), per essere certo di non cadere in errore e di non ingannarmi o peggio, di farmi ingannare dalla mente, devo con sincerità solamente individuare il mio desiderio, il mio più alto intento, il mio ideale, la mia aspirazione più splendente. Appena trovata, mi fermo subito”.

  Da qui in poi, posso fare congetture e constatazioni su ciò che mi impedisce di raggiungerla, posso trovare ragioni di ordine sociale e familiare, in ambito lavorativo, personale o altro. Questi, però, sono altri discorsi, che sporcano e inquinano la visione che abbiamo avuto. Spesso, inquinare la visione significa associare ad essa gli impedimenti, dando origine alle famose “scuse” o alibi. Questi “blocchi” si frappongono fra noi stessi e la nostra Pura Visione. Qual è un importante differenza fra il modo del bimbo e il modo dell’adulto? Il bimbo non ha impedimenti! Il bimbo ha sogni meravigliosi, fantasie splendide, altri mondi da vivere e condividere.

  Significa che dobbiamo comportarci in modo infantile? No, per nulla. Significa, però, che nemmeno dobbiamo “sporcare” la nostra splendida visione con elucubrazioni mentali che nulla hanno a che vedere con la purezza interiore, con la nostra essenza, con l’amore che muove ogni cosa e noi stessi, desideri compresi. Torniamo indietro un istante e facciamo così: “Troviamo il nostro desiderio ultimo, la nostra aspirazione più alta. Fermiamoci! Tutto ciò che si aggiungesse di qui in avanti potrebbe essere interessante, logico, coerente con la nostra vita, quotidiano, ma non avrebbe nulla a che fare col nostro desiderio ultimo, con la sua purezza!” Dobbiamo imparare che la vita, il nostro vissuto, il quotidiano, nulla possono quando ciò che tiriamo in ballo è la nostra essenza, ciò che siamo nel profondo, il nostro sogno intimo, che sia il bene nostro o dei nostri simili, che sia d’interesse personale o che abbracci l’intero universo. Dobbiamo invocare una nuova porta. E' la Porta Della leggerezza.

04/feb/2019                         Claudio Panicali


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