Il Senso Della Vita 2. Ego. #72

   Quest’articolo ha il medesimo titolo dell’articolo nr. 11 del 22 maggio 2018, e lo ritroviamo trattato in esteso nel vol. 2 Della Coscienza “Quali Sono Le Porte” al capitolo nr. 6 “Del Blog”. Oggi vorrei riprenderlo, perché sento che ce n’è bisogno, in modo più approfondito. Mi rivolgo ai Volatori Della Coscienza, a tutti voi che mi seguite e che siete già un po’ addentri all’argomento. Lo farò con parole semplici, come sempre, così che chiunque sia nuovo non sia mai escluso. Ricercare il Senso Della Vita è il più nobile dei percorsi esistenziali, è l’unico cammino che conduce alla verità ultima, è la sola attività che si possa dire sacra in tutta la storia umana. Ricercare il Senso Della Vita è il progresso e l’evoluzione interiore, è maturità dello spirito.Questa ricerca può iniziare in giovane età o in età adolescenziale, in età matura come in età avanzata e non sarà mai una ricerca vana: ogni più piccola realizzazione conquistata su questo cammino porterà in sé il seme e il germe della verità ultima.

   In tutta l’esistenza umana, questa ricerca ha un solo giorno in cui non può iniziare: è l’ultimo giorno della vita su questa terra. L’ultimo giorno della propria vita terrena è un giorno santo, è il giorno che abbiamo a disposizione per fare solo due cose: scuotere un’ultima volta le vesti dalla polvere del mondo e godere della maestà divina, della verità ultima. In questo giorno non si può iniziare nulla, né ricerche né a fare domande e nemmeno a intraprendere strade. Sapete qual è il vero problema dell’essere umano in generale? Non sa prendersi a sufficienza sul serio. Non sa prendere sufficientemente sul serio la vita. Spesso condivide il pensiero di qualche “sbandato dell’anima” che afferma la vita essere solamente un gioco. Se parli all’uomo troppo seriamente, tenderà a divagare dal tema, ad alleggerire il problema dell’esistenza, a eludere la responsabilità d’assistere il suo prossimo. Se parli toppo seriamente all’uomo, lui ti saprà fornire mille motivazioni per le quali è necessario vivere e affermarsi, ma nemmeno una per la quale vivere cercandone il significato.

   L’uomo sa fare solo una cosa molto bene: spingere per farsi spazio. Credo questo sia l’istinto di ogni spermatozoo nei confronti degli altri spermatozoi. Credo anche che l’uomo, nella sua evoluzione, possa fare di meglio che continuare a usare lo stesso comportamento di “allora”. Che i materialisti, i pragmatici, qui non possano proprio affermare come la struttura del DNA umano preveda solamente questo comportamento, altrimenti si negherebbe la qualità umana della Coscienza e si affermerebbe quella animale dell’istinto primordiale. L’essere umano, quando non cerca scuse allo scopo del solo proprio tornaconto personale, sa essere molto illuminato, sa riconoscere gli inganni e i tranelli in cui i pragmatici amano tuffarsi. Grazie al cielo l’essere umano, nella maggioranza dei casi sa distinguere fra cosa lo può aiutare a progredire e cosa lo affosserebbe del tutto. Il fatto che si senta molto più parlare di degrado e perdita di valori che non di progresso interiore è solo perché i materialisti fanno molto rumore al contrario degli spirituali che sono molto silenziosi. I materialisti sono un numero molto ristretto in realtà e hanno la capacità molto spiccata di coinvolgere gli insicuri e i deboli, i fragili e i giovani.

   Quello che noto, dai contatti che ho con voi lettori, è che c’è una molto ampia fascia proprio di insicuri e di fragili. Questi si lasciano affascinare molto facilmente. Questi insicuri non hanno ancora imparato la virtù della pazienza, grazie alla quale si può mantenersi “uniti” alla propria intuizione originaria anche dopo vent’anni e nella quasi assenza di progressi interiori; nonostante gli eventi contrari, nonostante le avversità che la vita porta a noi, si riesce a non perdere il filo, si riesce a mantenere la determinazione necessaria a non farsi ingannare e travolgere dai materialisti, dal loro mondo, dalle loro cose. Questi ultimi sanno molto bene cosa piace agli uomini fragili: la dolcezza amorevole di certe immagini, le parole di conforto nella sofferenza, i colori della serenità, i paesaggi fantastici della beatitudine, la grazia della saggezza. Ma perché i materialisti fanno questo agli uomini fragili? Semplice. Per vari motivi. Ad esempio perché difendono la loro visione della vita. Poi perché difendono se stessi e la loro identità dalla condivisione, che è il motivo principale. Infine e pochi di loro ne sono a conoscenza, il loro stesso Ego li guida e li pilota in ogni più piccolo gesto, in ogni opinione e in ogni decisione, in ogni giudizio e in ogni comportamento e reazione a comportamenti altrui. Quest’ultimo è il motivo più aggressivo nei confronti degli uomini fragili e insicuri.

   Ci sono, fra questi uomini deboli, soggetti così “coinvolti” da sentirsi tranquilli dentro, calmi, sereni, pacificati e ben instradati nel loro percorso meditativo. Purtroppo per loro basta una piccola controversia o uno scontro d’opinioni anche lieve per far scaturire da loro una grande aggressività, quella non superata e mai accattata ma continuamente e poco consapevolmente repressa a lungo. Sono molto facili da riconoscere questi uomini insicuri: si circondano di poesia, di fiori, di belle frasi, d’immagini sacre, d’idoli e simulacri d’ogni genere; si avvolgono di tessuti confortevoli e di profumi particolari, soprattutto appaiono lievi, come vivessero su una nuvola, sono affabili nel parlare, sembrano sognanti. Guai a provare a intaccare le loro sicurezze, le loro certezze acquisite, i loro paradisi conquistati: diventano intransigenti, violenti, volgari, perdono ogni poesia e acquistano arroganza e chiusura.

   Cosa si può fare? Per tutti, che si sia questi o quelli, che si sia illuminati o indecisi, che ci si trovi fra gli insicuri o tra i volatori, l’unica cosa possibile è sempre e soltanto una: essere “umili”. L’umiltà è la qualità dell’uomo virtuoso, del cercatore onesto, del viandante determinato. Perché proprio l’umiltà? Perché è l’unico atteggiamento in grado di non rafforzare l’ego. Com’è oramai chiaro, l’ego per poter sopravvivere necessita di essere costantemente alimentato; l’umiltà non lo fa. Abbiamo iniziato parlando del Senso Della Vita, perché siamo finiti a trattare dell’ego? Per un motivo solo: l’ego ne impedisce la ricerca, l’ego fornisce ogni distrazione possibile e soprattutto ogni surrogato immaginabile, l’ego fornisce ogni contraffazione della pace reale.

   Concludiamo quindi quest’articolo con un monito e un consiglio: “Se ciò che di santo ritieni d’aver trovato non lo sai mettere in dubbio, sei nell’inganno; se ciò che ritieni santo sei convinto di non averlo ancora trovato perché sarà il futuro a portartelo, stai regalando la tua vita all’ego”.

   "L'unica cosa che puoi fare e la più ragionevole è non considerare simili pensieri: sii Lieve".

   Buon cammino Volatori Della Coscienza.

 21/dic/2019                     Claudio Panicali

 

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