Mi è capitato di leggere un articolo, proprio ieri e su
un gruppo di meditazione (non faccio il nome), in cui l’autore notava che gli
allievi, ultimamente, sono sempre più attratti da “nuovi insegnanti”; ovvero
non hanno più un Insegnante cui riferirsi in modo stabile, col quale instaurare
una relazione forte e duratura nel tempo.
Continuava, l’autore dell’articolo,
asserendo che oggi giorno si passa da un’insegnante all’altro con troppa
facilità, si va in cerca dell’ultimo “acrobata del momento” e che, in questo
modo, senza una relazione emotiva duratura nel tempo, non può esserci una vera
crescita interiore, nell’allievo. Io, vorrei far notare, all’autore
dell’articolo, un paio di aspetti che forse gli sono sfuggiti, nella sua
ricerca interiore: il cammino interiore di ricerca presuppone proprio che non
ci si “stabilizzi” su nulla di particolare e non troppo a lungo (“L’acqua che ristagna marcisce”,
Lao-Tze), che non si crei “dipendenza” da alcun insegnante, guru, maestro,
saggio, religione (“Non è tanto la mera
dipendenza fisica da un altro individuo che risulta vincolante, quanto la dipendenza
psicologica, interiore, da cui deriva la cosiddetta felicità. Quando si è
dipendenti da qualcuno a quel modo, infatti, si diventa schiavi. Se, divenuti
adulti, dipendete affettivamente da un guru, da un'idea e così via, già in
questo è insito l'inizio dell'asservimento”) Jiddu Krishnamurti). “L’acqua
fluisce interrottamente e arriva alla meta” (I Ching).
Il fluire continuo ed
incessante, la ricerca pacata, ma mai cessata, porta l’allievo ad accarezzare
ogni più piccola verità che troverà sul suo cammino, da questo maestro e da
quel guru, da quel bambino come da quella nuvola, da quell’uomo comune come da
quell’illuminato o santo. Al contrario, il “ristagnare” presso una sola
“entità”, genera dipendenza psicologica e ferma la ricerca viva, impone il ritmo
di un altro, chiude i canali ricettivi blocca la realizzazione più brillante. “Temo
il lettore di un solo libro” San Tommaso D’Aquino. Allo stesso modo, un solo
libro, una sola religione, un solo culto, una sola disciplina, una sola
meditazione, una sola pratica: ciò che non fluisce ristagna, ciò che non si
adatta decade, ciò che è immutevole mentre tutto muta, perisce.
Così, ci terrei
a far sapere all’autore di quell’articolo, che il “rapporto affettivo” col
proprio maestro, così come lui stesso nomina, è quanto di più deleterio ci sia
in questa Via di consapevolezza, che, se vogliamo, potremmo definire meglio
(assieme a Lieh-tzu) con "via di distacco" e non di “incollaggio”. "La grande
lezione è la via del distacco, per trovare il nostro vero essere, il fondo
dell'anima" Meister Eckhart.
11/lug/2018 Claudio Panicali
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