Da Quando? #40

   Spesso, leggendo le storie di vita di monaci e santi o di eremiti ed asceti, o anche di semplici pellegrini della verità e della via di consapevolezza, si ha come l’idea che, loro, abbiano vissuto tempi e condizioni, che, a noi, sono mancate. Chi è figlio di principi e poi ha abbandonato le ricchezze, chi è nato nel silenzio senza fine del deserto, altri che sono stati allevati da lupi, poi chi ha praticato l’ascesi con i monaci del tempio fin da bambino e, qualcun altro che ha vissuto l’infanzia con genitori missionari in remote zone del pianeta. Leggendo di loro, sembra che, a noi, simili circostanze così favorevoli, non siano state date e, per questo, sentiamo di non poter avere accesso ad una via di consapevolezza e liberazione, non com’è accaduto a loro; quantomeno, non da un’età così giovane ma, magari, solo da pochi anni, mesi o solamente da pochi giorni. Come se, solo da pochi giorni ci fosse capitato per le mani il libro di un grande pensatore, o una frase che ci ha fatto riflettere sul senso della nostra vita. Non stanno così le cose, fortunatamente per noi.

   I pellegrini, i santi, i monaci, gli asceti laici, i cercatori della via, sanno, semplicemente, riconoscere i segni (abbiamo già ben visto nel vol. 1 “Della Coscienza” quali sono i segni), loro guardano sotto una diversa luce la loro vita, principalmente, riconoscono le circostanze e il loro significato, vedono con chiarezza il loro stesso cammino di vita e come si è reso manifesto. Che cosa voglio dire? Anche se non sono nato fra le montagne, dove solo il grido dell’aquila mi chiama col mio nome e il vento urla il nome di Dio, devo giungere alla consapevolezza che non esiste nulla, di più democratico, della spiritualità; è un traguardo importante: ogni uomo ha le medesime possibilità di riconoscere la propria origine, la propria essenza e la via per arrivarvi. Se così non fosse, vorrebbe dire che madre natura ha avuto delle preferenze; sappiamo che ciò non accade, non può accadere, non per ciò che attiene allo Spirito.

   Dobbiamo imparare a “distinguere” fra le doti intellettive, le capacità innate, che ognuno possiede dalla nascita e le doti spirituali. Ecco che scopriamo gli Einstein, gli Jung, i Plank; geni profondissimi e indiscussi padri del pensiero scientifico e filosofico. Tuttavia, scopriamo anche gli Hui-Neng, ignoranti figli di contadini, senza istruzione, analfabeti e rozzi, patriarchi e santi che hanno fondato le basi della Via di liberazione dalla sofferenza dell’esistenza umana. Dentro l’universo, nessuno è escluso dalla visione della propria Origine, se non per sua espressa volontà. Dicevamo prima che, leggendo del cammino dei saggi e dei filosofi, sembra che, a noi, simili circostanze così favorevoli, non siano state date e, per questo, sentiamo di non poter avere accesso ad una via di consapevolezza e liberazione come loro; quindi ci convinciamo di essere relegati ad un ruolo “marginale” nella Spiritualità ma, questa, lasciatemelo dire, è solamente un’altra, delle molte scuse e storielle, che la mente ama raccontarsi.

   Dobbiamo “crescere”, dobbiamo abbandonare la coscienza di fanciullo ed acquisire il coraggio di crescere. Maturare, nella vita, non è cominciare a fare l’amore, o sposarsi, o fare dei figli. Queste, sono tutte attività che ci segnano e ci delineano un momento di cambiamento, sono passaggi. Quali siano le porte che presiedono a questi passaggi, lo abbiamo visto. E’ fondamentale riconoscere questi avvenimenti, e tutti gli altri, come “indicazioni” e non conseguimenti! Ecco la grande differenza fra le persone comuni, quelle che si lasciano vivere e i grandi filosofi e illuminati, che tracciano una Via. E’ illuminato, semplicemente, colui che distingue fra “Indicazione” e “Conseguimento”, che abbraccia la propria vita e lo fa ora, senza riserve, lo fa adesso perché è il momento in cui la riconosce, perché questo, è il segno che indica il cambiamento, il suo passaggio ad uno stato di coscienza superiore, maturo, consapevole, responsabile di se stesso e della propria esistenza; perché, questa, non sia trascorsa in modo vano. Riconoscere i segni è, quindi, la giusta “chiave” per questa porta, per questo passaggio.

   Abbiamo visto bene, nel Vol. 2 Della Coscienza, “Quali Sono Le Porte”, come cercarle e come riconoscerle. Dobbiamo ripercorrere la nostra vita e scoprire i punti salienti, quelli che ci hanno maggiormente coinvolti, più profondamente segnati e, scopriremo che, ognuno di questi momenti, è stata per noi una svolta, un cambiamento o, quantomeno, un evento che ha segnato una nostra maturazione, evoluzione, crescita nella vita. Per quanto, alle volte, potrebbero sembrare momenti comuni, come un trasloco, il tradimento di un amico d’infanzia, l’unico sorriso mai visto sul volto di quel contadino, o la sua unica carezza, in vero, sono quelli, i passaggi che ci sono stati dati. Meglio ancora, quelle, sono le Porte che ci hanno scelto. Impara che, in questo cammino, “Non sei tu a decidere quali sono le porte, ma sono le porte a decidere chi sei tu!”.

20/dic/2018          Claudio Panicali


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