Qual è l’ostacolo alla mia meditazione? Perché mi sembra di non trovare mai nulla? Com’è che dopo oltre dieci anni sono daccapo? Cosa non vedo o cosa ho sbagliato nella mia vita?
Abbiamo visto scritto (“Collana Della Coscienza”) e detto spesso (Video “Il Volo Della Coscienza”) che bisogna aumentare la propria sensibilità, che bisogna espandere
i sensi e la coscienza e di
fatto è proprio ciò che accade se si è costanti nella meditazione e nell’attenzione verso se stessi e l’universo. Già, ma perché “aumentare” la propria sensibilità? Nell’osservazione del mondo, nella contemplazione c’è insita una grande
possibilità d’errore, un grande potenziale inganno: l’osservatore non sa che
deve osservare anche se stesso e quando arriva a farlo ecco
che non può più vedere i cambiamenti, in quanto cambia il mondo e cambia del
pari la sua coscienza: ancora non si
nota differenza. Notoriamente le differenze e i cambiamenti si possono notare
quando abbiamo un riferimento fisso da confrontare con ciò che muta; ma nel
momento in cui anche quello che doveva essere un riferimento fisso (se stesso) muta anch’esso assieme alla
scena contemplata, ecco che le differenze svaniscono e i cambiamenti della propria coscienza diventano
invisibili.
E’ proprio qui che vengono in aiuto
del cercatore della via spirituale,
in cammino nelle sua ricerca interiore,
le mutazioni della propria sensibilità:
In questo modo il cercatore affina la sua percezione e riesce a scorgere
piccolissime mutazioni della propria
coscienza che facilmente passerebbero inosservate. E’ proprio ciò che
accade a tutte quelle persone che vediamo sfiduciarsi dopo anche lunghi periodi
di ricerca interiore e anche in chi
è alle prime armi. Queste persone non riescono a percepire le variazioni nella propria coscienza e credono,
erroneamente, di non aver mai fatto alcun progresso; spessissimo abbandonano la
ricerca interiore considerandola
inutile o, al meglio, non adatta alla loro vita. E’ l’ostacolo più comune e più
umano alla spiritualità, alla via mistica, alla meditazione.
Mano a
mano che si procede nella
meditazione, nell’osservazione, nella contemplazione, l’iniziale fiducia, la fede nel proprio cuore
e nello spirito universale, la fede profonda nel proprio intuito (quello che ci disse un tempo che è questa la
strada giusta), vengono sostituiti sempre più da percezioni sottilissime di variazioni della propria coscienza, così sottili da essere quasi invisibili.
L’abilità acquisita di un cercatore
della via spirituale sta proprio nel non lasciarsene sfuggire nemmeno una,
nemmeno la più piccola: ecco perché un
uomo di questa via interiore riesce così bene a leggere il cuore degli uomini; per lui leggere il pensiero altrui è poco più di un gioco, per lui cogliere
un sentimento o un’emozione in una semplice inflessione della voce è come un
gioco. Questa abilità acquisita supera di gran lunga la celeberrima sensibilità femminile; perché?
Semplice: per il cercatore della via
mistica, questo cammino interiore, è una ragione di vita; non
accetterà mai nulla che sia meno del massimo possibile per la sua ricerca, è
una questione di sopravvivenza, ecco perché.
Nel video #13 “Affidarsi”, della playlist “Meditazione E Coscienza”, abbiamo visto e
sperimentato cosa significhi fare in modo che “la Fede” non sia né “cieca” e nemmeno un’idea mentale da seguire.
Di fatto, la fiducia nel proprio intuito e le percezioni sottili diventano presto due
chiavi fondamentali della ricerca
interiore, della via mistica,
una vera conquista nel cammino spirituale
di un cercatore sincero e
determinato. Trovare le porte sulla propria via interiore è importante
quanto trovare le chiavi che le
aprono: non tutte le porte s’aprono
da sole; alle volte è una combinazione mistica
delle due cose assieme (vedi “Quali Sono Le Porte”); alle volte, ciò che sembra un passaggio è una chiave
per una porta ancora nascosta e ciò che appare come una porta è invece una chiave
per un passaggio ancora invisibile; ecco perché la mente e le sue ragioni qui
non possono nulla; ecco perché solo l’intuito del cuore conosce la via. L’enigma
delle due sfingi ne è un esempio lampante (vedi Vol 3 “L’Ultima
Porta” al Cap. 4 “La Morte Dell’Io” al paragr. 8 “Le Due Sfingi Sedute”).
Ecco, quindi,
che le percezioni sottili divengono una chiave fondamentale, un passo
insostituibile nella meditazione; l’espansione della coscienza e dei
sensi diventano l’illuminazione che
ci conduce al progresso dello spirito,
divengono qualcosa di molto diverso dal mero confronto fra il ricordo di come
eravamo con ciò che siamo oggi: ciò che ci da la giusta direzione oggi non è
più un “confronto” ma una percezione della nostra “espansione”, della nostra “più vasta dimensione”.
20 feb 2021 Claudio Panicali
Per ascoltare e vedere l'autore in Video su Youtube clicca: .
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