Nel primo volume “Della
Coscienza” abbiamo descritto ampiamente, sia pure in modo introduttivo
(vedi vol.1, il cap. Percezione 10 Emancipazione), quale sia l’origine dei
pensieri, belli o tristi che siano, per così dire. Ma si può andare “oltre” e
scoprire la causa di pensieri e momenti, alle volte, più pesanti, definiti
negativi o fuorvianti. La verità è che, come già visto, l’essere umano non
“esiste” in un solo piano dimensionale o, se vogliamo, non possiede cinque o
sei soli sensi, ma molti di più (vedi vol.1 cap. Percezione 6 “Ipotesi Di Più
Sensi”): le sue “percezioni” sono continue, incessanti e provenienti da molte
direzioni contemporaneamente.
Si può dire che ogni essere umano vive
contemporaneamente su molteplici livelli e, di ognuno di essi, vede la strada,
gli ostacoli, le gratificazioni, ogni aspetto, bello o brutto che sia. Per
capirci meglio: supponiamo dieci soli livelli esistenziali, dieci livelli di
coscienza contemporanei. Nella sua coscienza Unitaria, ognuno di noi procede
sul suo percorso, durante la sua giornata. Improvvisamente, un evento
inaspettato (su un piano di percezione, coscienza) lo sconvolge, lo trasporta
in uno stato alterato, di ansia, di depressione, di fatica e dolore.
Perché
accade? Semplicemente, perché, in uno solo dei tanti suoi livelli di coscienza,
lui percepisce un evento molto aggressivo nei suoi confronti (un lutto o una
qualunque incombenza improvvisa), quindi la sua attenzione si indirizza
principalmente e, quasi unicamente, verso quel piano di coscienza, verso
quell’evento invadente; viene come trasportato, attirato dall’energia di
quell’evento, agganciato, per così dire. Così, come accecato negli altri nove
piani di coscienza, egli si abbandona a quest’ultimo solamente, rimugina, si
macera nel dolore e soffre, spesso non trova via di scampo, una via d’uscita.
Insomma perde momentaneamente (o nei casi peggiori definitivamente, follia
patologica) contatto con la totalità della sua esistenza, letteralmente, si
distacca.
Tutti ce ne accorgiamo quando, una persona che conosciamo, è
afflitta. La domanda che, ora, arriva da
ognuno, è: “Si può fare qualcosa per non
essere continuamente “sbilanciati” verso un solo aspetto della nostra
coscienza, per non perdere l’equilibrio ogni momento e, letteralmente, cadere
in depressione, cadere nella tristezza, così spesso e così dolorosamente?” La
risposta è “Si”: c’è un segreto, o meglio, c’è un modo di vedere la cosa (poco
conosciuto) che ci illumina e ci indica come affrontare questo fenomeno per
fare in modo che l’equilibrio sia subito riacquistato e cessi immediatamente il
dolore.
Non è un esercizio, ma semplicemente la corretta visione di noi stessi
e di ciò che ci sta accadendo nel momento presente. La corretta visione, come
vedremo nel Vol.2 “Quali Sono Le Porte”, ci riporterà immediatamente
all’equilibrio, ogni volta, senza fallo, ripetutamente, facilmente e vale per tutti,
credenti o meno, spirituali o meno che noi si sia. Non ha importanza la
“gravità dell’evento catastrofico, importa solamente la visione che ne abbiamo.
Con essa, abbiamo la chiave per “uscirne”, salvi, senza dolore continuativo,
con l’energia rinnovata da questo nuovo superamento! Questa, è la “soluzione
finale”, perché se è vero, come è vero, che tutte le strade e tutte le Vie sono
buone, è anche vero che tutte finiscono per convergere, ovviamente, verso la
verità Unica, verso l’Essenza. Poco prima, di questa ultima soglia
dell’Illuminazione, tutte le vie sono perfettamente identiche e coincidenti.
Ecco perché, senza nulla togliere a nessuna disciplina, abbiamo la soluzione
finale. [continua nel Vol.2 “Quali Sono Le Porte”].
03/ott/2018 Claudio Panicali
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