E' un antico monito zen. Sostanzialmente un'esortazione alla maturità interiore, a superare l'iniziale attaccamento ai nomi, alle forme, alle discipline. Poi alle scuole, ai credo, ai maestri. Molti interpretano questo monito come "L'unico maestro sei tu stesso", ma è fuorviante, specialmente in principio del cammino interiore di ricerca spirituale. Qualcun altro lo intende come "tutto l'universo ti è maestro" e anche questo non è del tutto corretto. Se inizi a percorrere la nobile via interiore, (Primo Libro della Coscienza) segui pure il maestro che ti somiglia di più, prendi il suo nome e la sua forma, non farti remore. Poi seguiti (Secondo Libro Della Coscienza), migliorati con quegli strumenti e passa ad altri, vai avanti: nuovi nomi, via i vecchi, nuova scuola, via la vecchia, nuovi nomi, via i vecchi. Poi procedi ancora (Terzo Libro Della Coscienza), sei molto migliore, vai oltre tutti i nomi e tutte le forme, segui ogni scuola, tutte le scuole, ogni maestro, tutti i maestri, tutti i nomi e tutte le forme. Allora e non prima, "sulla tua strada nessun buddha avrà salva la vita". Su quella strada fai solamente molta attenzione a una cosa: