"Il Mio Maestro" #24

  Mi è capitato di leggere un articolo, proprio ieri e su un gruppo di meditazione (non faccio il nome), in cui l’autore notava che gli allievi, ultimamente, sono sempre più attratti da “nuovi insegnanti”; ovvero non hanno più un Insegnante cui riferirsi in modo stabile, col quale instaurare una relazione forte e duratura nel tempo.
   Continuava, l’autore dell’articolo, asserendo che oggi giorno si passa da un’insegnante all’altro con troppa facilità, si va in cerca dell’ultimo “acrobata del momento” e che, in questo modo, senza una relazione emotiva duratura nel tempo, non può esserci una vera crescita interiore, nell’allievo. Io, vorrei far notare, all’autore dell’articolo, un paio di aspetti che forse gli sono sfuggiti, nella sua ricerca interiore: il cammino interiore di ricerca presuppone proprio che non ci si “stabilizzi” su nulla di particolare e non troppo a lungo (“L’acqua che ristagna marcisce”, Lao-Tze), che non si crei “dipendenza” da alcun insegnante, guru, maestro, saggio, religione (“Non è tanto la mera dipendenza fisica da un altro individuo che risulta vincolante, quanto la dipendenza psicologica, interiore, da cui deriva la cosiddetta felicità. Quando si è dipendenti da qualcuno a quel modo, infatti, si diventa schiavi. Se, divenuti adulti, dipendete affettivamente da un guru, da un'idea e così via, già in questo è insito l'inizio dell'asservimento”) Jiddu Krishnamurti). “L’acqua fluisce interrottamente e arriva alla meta” (I Ching).

   Il fluire continuo ed incessante, la ricerca pacata, ma mai cessata, porta l’allievo ad accarezzare ogni più piccola verità che troverà sul suo cammino, da questo maestro e da quel guru, da quel bambino come da quella nuvola, da quell’uomo comune come da quell’illuminato o santo. Al contrario, il “ristagnare” presso una sola “entità”, genera dipendenza psicologica e ferma la ricerca viva, impone il ritmo di un altro, chiude i canali ricettivi blocca la realizzazione più brillante. “Temo il lettore di un solo libro” San Tommaso D’Aquino. Allo stesso modo, un solo libro, una sola religione, un solo culto, una sola disciplina, una sola meditazione, una sola pratica: ciò che non fluisce ristagna, ciò che non si adatta decade, ciò che è immutevole mentre tutto muta, perisce.
   Così, ci terrei a far sapere all’autore di quell’articolo, che il “rapporto affettivo” col proprio maestro, così come lui stesso nomina, è quanto di più deleterio ci sia in questa Via di consapevolezza, che, se vogliamo, potremmo definire meglio (assieme a Lieh-tzu) con "via di distacco" e non di “incollaggio”. "La grande lezione è la via del distacco, per trovare il nostro vero essere, il fondo dell'anima" Meister Eckhart.

11/lug/2018            Claudio Panicali


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